Dal sito della Fondazione MIA, testi a cura dell’Associazione Amici della MIA
Entrando nel cortile della “casa grande”, per molti secoli sede del Consorzio della Misericordia Maggiore, ci si trova in uno dei luoghi più ricchi di storia della città di Bergamo. Di qui passarono il pittore Lorenzo Lotto e l’intarsiatore Francesco Capoferri, l’architetto Pietro Isabello, gli architetti, i pittori, gli scultori, gli stuccatori che realizzarono la decorazione barocca della chiesa di S. Maria Maggiore, insieme a noti musicisti e cantanti provenienti da mezza Europa e chiamati a far parte della prestigiosa cappella musicale della basilica. Di qui passarono i personaggi che fecero la storia di Bergamo, ma anche moltissime persone comuni e migliaia di poveri richiamati dalle elemosine distribuite nei momenti di maggiore necessità.
Durante la terribile carestia del 1629, in una ressa spaventosa, qui morirono soffocati decine di disperati attirati dalla distribuzione gratuita del pane. Sui solai della casa veniva custodita una gran quantità di granaglie destinata alla vendita o alle elemosine, mentre nelle spaziose cantine veniva custodito il vino prodotto sui poderi del consorzio. Qui viveva la “famiglia” al servizio della amministrazione della Misericordia: le donne di casa, il mulattiere, il fattore, il notaio. In alcune delle stanze funzionò per secoli una severa scuola pubblica, l’unica della città. Qui trascorsero giornate di studio e di riposo generazioni di ragazzi appartenenti alle più importanti famiglie cittadine.
Nel 1447 la Misericordia acquistò dal comune una casa fortificata già appartenuta alla famiglia Colleoni e a partire dal 1449 ne fece la sua nuova sede. Ancora nel 1449 il comune di Bergamo affidò alla Misericordia il compito di amministrare la basilica di S. Maria Maggiore e di assicurarne il culto e il decoro.
la Misericordia diede inizio ai lavori di ristrutturazione di questo antico complesso, ma subito nacquero gravi questioni col confinante Antonio Bonghi, un ricco e importante giurista del tempo. Nel 1484 Antonio Bonghi veniva brutalmente ucciso per opera di Davide Brembati e dal conte Trentino Paride da Lodrone, rispettivamente figlio e genero del conte Bartolomeo Brembati, che proprio allora presiedeva il consiglio della Misericordia. Venezia sospettò subito che il mandante del delitto fosse lo stesso conte Bartolomeo ma per non gettare discredito sulla Misericordia nacque la leggenda che i mandanti dell’assassinio fossero degli ebrei trentini.
I lavori di rinnovo della casa ripresero nel 1485, dopo un compromesso con gli eredi di Antonio Bonghi: ancor oggi un lato del cortile rinascimentale ha il piano terreno e il primo piano di proprietà della Misericordia e il piano superiore di proprietà dei confinanti. Entro il 1493 risultarono ultimate la sala del consiglio e le salette dell’amministrazione. Le belle logge del cortile rinascimentale, dai bellissimi capitelli, furono terminate entro il primo decennio del ‘500, ma il corpo di fabbrica occidentale, già dei Bonghi e poi dei Secco Suardo, risulta completato in stile solo nel 1570.
Il grande fabbricato barocco lungo la via Arena risale agli anni intorno al 1660 (il portale è datato 1664) e fu completato in stile solo nel pieno ‘700. Sempre nel ‘600 fu realizzato lo scalone decorato che porta al piano superiore, mentre il mediocre atrio d’ingresso risale al 1750 ed è attribuito all’architetto Ferdinando Caccia.
Nella seconda metà del ‘700 furono eseguiti importanti lavori per rinnovare e adattare gli ambienti che ospitavano il Collegio Mariano, la pubblica scuola di Bergamo. Il piccolo loggiato che chiude sulla destra il cortile d’ingresso, progettato nel 1766 da Giovanni Urbani, fa parte di queste ultime trasformazioni. I locali di rappresentanza del primo piano, che ospitano il Museo Donizettiano, furono rinnovati in epoca neoclassica e decorati dal pittore Vincenzo Bonomini nel 1802.
Nel 1852 l’Istituto traslocò nella sede di via Arena (fino ad allora le lezioni si erano tenute in un antico edificio poco distante), dove fu possibile accogliere un numero maggiore di studenti, prolungare l’ orario e, per la prima volta, ammettere allo studio del canto anche le ragazze.
?Nel novembre 2007 l’Istituto deve abbandonare la sede storica di via Arena per motivi di sicurezza, trasferendosi nell’attuale sede di via Scotti, nel cuore di Bergamo bassa
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