Oratorio per soli, coro, ottoni, percussioni e organo in memoria delle vittime di Bergamo del coronavirus.
Ingresso gratuito su prenotazione: biglietteria@fondazioneteatrodonizetti.org
Solisti della Cappella Musicale della Basilica di S.M.Maggiore in Bergamo.
Oratorio per soli, coro, ottoni, percussioni e organo, in memoria delle vittime di Bergamo del coronavirus
Solisti della Cappella Musicale della Basilica di S.M.Maggiore in Bergamo
soprani
Alessandra Gardini, Francesca Longa
contralti
Hyun Jung Oh, Marta Fumagalli
tenori
Paolo Borgonovo, Matteo Magistrali
bassi
Piermarco Viñas Mazzoleni, Filippo Maria Tuccimei
Coro USCI Bergamo
Ottoni e Percussioni del Conservatorio G. Donizetti di Bergamo
trombe
Andrea Terzi, Lorenzo Pandolfi tromboni
Simone Pellegatta, Lorenzo Cornolti
percussioni
Francesco Valastro, Giulia Cortesi
voce recitante
Michele Marinini
organo
Roberto Mucci
direttore
Filippo Maria Bressan
In occasione delle celebrazioni della Giornata Nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di coronavirus viene proposto al Teatro Donizetti il REQUIEM scritto dal M° Cristian Gentilini, Direttore della Cappella Musicale della Basilica di Santa Maria Maggiore, durante il buio periodo del lockdown. L’opera è dedicata alle vittime della pandemia del coronavirus. L’evento è promosso dalla Fondazione MIA con il Comune di Bergamo e la Fondazione Teatro Donizetti in collaborazione con il Conservatorio “G. Donizetti” di Bergamo e l’Associazione Cori Lombardia. La direzione del concerto è affidata al M° Filippo Maria Bressan. Il Requiem in forma di Oratorio è composto da dodici sezioni. I singoli episodi hanno dei particolari sottotitoli nei quali si può leggere un introspettivo itinerario escatologico. L’esecuzione di questo Requiem non si presta alla definizione di concerto, se non nel significato tecnico del “fare musica insieme”. Hanno fatto musica insieme gli interpreti di queste pagine, ma, contemporaneamente, la faranno anche gli ascoltatori, immedesimandosi negli stati d’animo del compositore che traspaiono dalle scelte di testi, suoni, colori, intensità. La faranno seguendo passo passo la fede e la preghiera che sono il filo conduttore che lega i vari numeri dell’opera. La faranno ascoltando in silenzio e ascoltando il silenzio, che di quest’opera è parte integrante. Il Requiem di Gentilini, infatti, è un itinerario spirituale che si serve della musica per tentare di dare un significato alla morte e conseguentemente alla vita; morte e vita, sorelle inseparabili e ineludibili; morte e vita due realtà con cui fare i conti seriamente, prima o poi, nel corso della propria esistenza. Serenamente, pieni di fiducia e speranza in Colui che della vita è autore e donatore.